LA COMMESSA E IL SUO CAZZONE

Mi piace andare a fare shopping, ammetto di essere sofisticato, mi piace vestirmi bene, essere alla moda, e apparire sempre in ordine. Alla fine, non si sa mai nella vita cosa può succedere e così io sono sempre pronto ad ogni evenienza. 
Un giorno mi trovavo per le vie del centro, alla ricerca di un abito per il matrimonio di mio cugino. Sono un tipo abitudinario e alla fine vado sempre negli stessi negozi, ma mi ero un pò stancato e cercavo un pò di brio per quell’occasione, qualcosa di nuovo e diverso, per distinguermi un pochino dagli altri invitati. 
Era un pò che vedevo questo nuovo negozio, aveva capi con un leggero stile vintage, tipo epoca del proibizionismo, alta sartoria e la cosa mi incuriosiva così sono entrato. 
Il posto era molto accogliente, piccolo e tutto in rovere scuro, con alcuni capi ben tenuti in bella mostra su dei manichini, era tutto veramente figo. 
Mentre guardavo una giacca color mattone, mi si avvicina la commessa; una bomba sexy con due enormi tette sode che spuntavano in un eccitante vedo-non-vedo da sotto una leggera camicetta bianca. 
Mi sono sentito un pelo in imbarazzo, perchè il mio primo pensiero fu del tutto inappropriato. Ma mi mise a mio agio, aiutandomi a selezionare un bel completo elegante per la cerimonia, che avrei poi potuto utilizzare anche per l’ufficio e per le mie serate mondane. 
Mi seguì nei camerini ed una volta uscito mi guardò in modo seducente, squadrandomi da testa a piedi e soffermandosi sul mio pacco. Era tutto molto eccitante e la cosa si fece ancora più interessante quando si avvicinò per controllare la misura dei pantaloni.
Me li lisciò lungo la gamba e si soffermò sul cavallo, assicurandosi che aderisse perfettamento...inutile dirlo che avevo un erezione da record. Lei ovviamente se ne era resa conto e mi guardava maliziosa, continuando a muovere le mani su e giù lungo le mie gambe muscolose. Non ce la facevo più, stavo per esplodere. Le presi le mani e gliele portai sul mio cazzo duro. Non si tirò indietro. Mi slacciò i pantaloni e iniziò a farmi un bocchino proprio lì, nei camerini del negozio, dove chiunque avrebbe potuto vederci. Era tutto molto eecitante, lei bellissima, con i suoi lunghi capelli neri che faceva avanti e indietro succhiando il mio grosso cazzo duro, avida, come se volesse farmi subito spruzzare. C’ero quasi ma la spostai, proponendole di scopare. Lei acconsentì e si alzò la gonna, mostrandomi che non portava nemmeno le mutandine e che potevo passare direttamente dall’entrata posteriore. Di solito mi tocca implorare per del sesso anale, e lei me lo stava offrendo su un piatto d’argento! Spettacolare. La penetrai facilmente e sentii che se la stava godendo alla grande. Ero già vicino a venire così con pochi colpi ben assestati finii per sborrarle nel culo riempiendola del mio seme. Lei gemette e vidi del liquido cadere sul pavimento in legno. Pensai che fosse mio, ma ero ancora dentro di lei, non poteva esserne strabordato così tanto. Lei mi guardò con uno sguardo malizioso e sfilandosi dalla mia presa mi mostrò qualcosa per la quale non ero pronto: quella bellissima commessa, aveva il cazzo! 
Ora mi pento del mio comportamento, ma mi incazzai come una bestia per non averlo capito prima e per averla scopata. Figa ok, ma aveva l’uccello. Non sono riuscito a tollerarlo e me ne sono andato dal negozio, stranito e contrariato con ancora la giacca addosso. 
Il giorno dopo mi ha chiamato il negozio, non so come avessero fatto a trovare il mio numero e mi hanno chiesto di passare per saldare l’acquisto. Era estremamente calmo l’uomo al telefono. Passai nel pomeriggio e c’era ad accogliermi la stessa commessa. Dio come era figa! Ma ora che sapevo il suo segreto mi stuzzicava meno il pensiero di fotterla di nuovo nei camerini, anche se devo ammettere che un bocchino così non me l’aveva mai fatto nessuna...ripensando alla scena mi tornò duro e la bella trans sghignazzò compiaciuta allungandomi un bigliettino con il suo numero di telefono. L’ho guardata, perplesso e arrapato, poi ho pagato il completo e me ne sono andato. 
Ancora oggi, a distanza di settimane, tengo il suo numero di telefono nel portafoglio, aspettando che mi venga un pò di coraggio per chiamarla, per provare ancora quelle forti sensazioni. 

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